SINTESI
La criochirurgia delle lesioni tumorali benigne (fibromi) della mammella e di quelle maligne (generalmente adenocarcinomi) si attua mediante l'inserzione di aghi sottili denominati criosonde dentro il tumore sotto controllo ecografico. Si producono delle palle di ghiaccio che inglobano la lesione causandone la necrosi. Successivamente i tessuti morti si riassorbono naturalmente lasciando al loro posto una piccola noce fibrosa. Trattandosi di procedure percutanee non vi sono cicatrici chirurgiche.
INFORMAZIONI GENERALI
Il seno è un organo situato nella parte alta del torace ed è composto principalmente da un insieme di ghiandole e di tessuto adiposo. Dal capezzolo si diramano a raggio diverse strutture ghiandolari, dette lobuli. Queste strutture sono mediamente diciotto, e servono per produrre il latte materno. I lobuli sono uniti fra di loro ma anche al capezzolo attraverso i dotti lattiferi.
Diagnosi
I tumori della mammella vengono divisi a seconda che siano benigni, in questo caso parleremo di fibromi, o maligni, nel qual caso parleremo di adenocarcinomi.
Anche in questo caso, le neoplasie al seno sono asintomatiche nei primi stadi; anzi un eventuale dolore è generalmente provocato da cisti benigne. Comunque la prevenzione gioca un ruolo fondamentale poiché le forme tumorali palpabili sono di solito indicative di un cancro oltre lo stadio zero. Visite ginecologiche costanti e autoesami (come l’autopalpazione appunto) sono importantissimi per identificare in tempo un potenziale cancro. Si raccomanda quindi di seguire i controlli predisposti dal medico ginecologo di riferimento che consistono principalmente in mammografie ed ecografie.
Se la palpazione o la mammografia o l’ecografia danno diagnosi positiva si procede con una biopsia della massa rilevata per eseguire degli esami citologici e microistologici per accertarne la natura e le caratteristiche.
Le statistiche a riguardo mostrano una sopravvivenza a cinque anni del 98% se il tumore viene identificato subito, ovvero allo stadio 0.
Terapia
I fibromi della mammella possono essere trattati chirurgicamente con l’asportazione o con tecniche mininvasive come la criochirurgia.
Gli adenocarcinomi possono essere trattati chirurgicamente oppure con tecniche ablative mininvasive. Nel primo caso si procede mediante quadrantectomia, ovvero l’asportazione parziale del tessuto mammario coinvolto e di un “linfonodo sentinella” o mediante mastectomia, ovvero l’exeresi (asportazione) più o meno demolitiva della mammella a seconda della gravità della malattia;
A seconda dei casi2,3,11, le tecniche mininvasive possono essere un valido sostituto alla chirurgia10, poiché permettono di avere una piena guarigione dalla malattia e preservare l’aspetto estetico dell’organo. Nel caso della crioablazione abbiamo una tecnica che è in uso da diversi anni oramai negli Stati Uniti e in altri paesi ed è stato riscontrato che la capacità di neutralizzare totalmente il tessuto tumorale dalla mammella è equivalente a quello della tecnica tradizionale10; inoltre è ben considerata per il metodo semplice di esecuzione, l’assenza di dolore, basse complicanze e per l’effetto immunologico tipico della crioablazione9.
La paziente inoltre, potrà tornare a casa il giorno medesimo dell’operazione; nel corso delle settimane e mesi successivi, il volume interessato dalle basse temperature verrà riassorbito dall’organismo dando esito a una riduzione delle dimensioni o addirittura a una scomparsa totale del cancro1 o del fibroma8, lo spavento è minimo come il dolore (quasi del tutto assente) mentre il risultato estetico è considerato ottimo tanto da poter considerare la crioablazione una delle tecniche più efficaci nella cura del fibroadenoma8.
Anche nelle forme metastatiche e/o dolorose la criochirurgia è considerata un’ottima soluzione chirurgica. L’efficacia come intervento tollerabile in caso di elevate comorbidità, permette alla criochirurgia di essere utilizzata per controllare forme metastatiche e i dolori ad esse collegati4,5. Sembra sia vincente anche la combinazione di crioablazione con ipertermia nel trattamento di metastasi cutanee7.
Uno studio italiano recente ha confrontato a livello di efficacia l’ablazione per radiofrequenze (l’RFA è un’altra tecnica mininvasiva per l’ablazione termica dei tessuti tumorali) con la crioablazione (CA) e, sebbene le parifichi per l’efficacia dell’ablazione provocata, predilige la CA proprio per il suo effetto palliativo per il dolore5.