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A Trieste Richard Ablin, l'inventore dell'esame, che avverte: «Negli Usa un milione di operazioni o terapie inutili»

Insegna allo University of Arizona College of Medicine, ma è conosciuto in tutto il mondo per il suo legame con il test Psa, che individua nel sangue l'antigene prostatico e che viene tutt'ora usato come indicatore di possibile tumore in questa ghiandola. Richard Ablin, specialista in immunologia e pioniere delle tecniche di criochirurgia, è in questi giorni a Trieste. Parteciperà al XVT Congresso mondiale di criochirurgia, organizzato dalla Società internazionale di Criochirurgia (Sic), che si terrà al Centro di fisica teorica Abdus Salam, sotto il patrocinio della Presidenza della Repubblica italiana, della Regione e del Comune. L'inaugurazione ufficiale si avrà domani alle 17.30 al Teatro Miela con una tavola rotonda proprio sul Psa e la criochirurgia. Ablin, che da diversi anni è fortemente critico sull'uso eccessivo,' o meglio, sull'abuso, del Psa a fini diagnostici, ha accettato di raccontare in anticipo i retroscena di una "malpractice" medica, qual è quella che si agita dietro le quinte di questa proteina.

 

Prof Richard Ablin

Professor Ablin, lei ha criticato l'uso del Psa per la diagnosi di tumore prostatico. Come mai?

Nonostante il nome, il Psa non è un marcatore specifico per il tumore prostatico. Dunque non può essere usato per diagnosticare un tumore che compare per la prima volta, ma semmai solo per seguirne il decorso, se esso ricompare dopo un trattamento mirato a eliminarlo. In questo caso è utile. Altrimenti, il valore ematico di riferimento scelto dalle aziende che vendono il test non prova di fatto la presenza di un tumore maligno. Può avere un tumore chi ha valori pari a 0,2, ed essere sano anche chi ha un Psa pari a 11,00.

perchè?

Perché la prostata è soggetta a tre tipi diversi di disturbo: la prostatite, che è una semplice infiammazione. L'ipertrofia pro-statica benigna, un ingrossamento ghiandolare che non prelude al tumore. E il tumore vero e proprio. Dunque le fluttuazioni del Psa possono essere dovute a una semplice infiammazione o a un ingrossamento benigno, che non richiede ulteriori accertamenti.

Cosa è successo da quando il test è stato approvato dalla Fda a scopo diagnostico?

Un disastro: dal 1994, anno della sua diffusione, più di un milione di americani sono stati operati o trattati per tumore prostatico senza reale bisogno. Nella maggior parte dei casi infatti questo tumore procede lentamente senza portare a morte. È presente nel 40% dei maschi, anche a 50 anni, ma ci si può convivere serenamente. Al contrario, fa molti più danni lo sconforto che assale chi si percepisce malato, combinato allo stress fisico di ulteriori test o di un'operazione che spesso interessa persone non più giovani, con altre malattie da tenere sotto controllo.

Ma allora, gli studi effettuati su migliaia di pazienti?

Lo studio europeo più recente su oltre 120mila pazienti parla chiaro: ogni 1048 pazienti si trovano 48 tumori, che vengono trattati. Ma solo per uno di essi la diagnosi precoce si traduce in un salvavita. Per gli altri il trattamento non fa la differenza.

Qualche regola da seguire per tenere sotto controllo la prostata?

Innanzitutto distinguiamo tra chi ha familiarità e chi non ce l'ha. I primi sono più a rischio dei secondi. Le prime analisi vanno iniziate dopo i 50 anni, con tre misurazioni successive del Psa nell'arco di 12mesi. Solo così, seguendo nel tempo i pazienti, un medico serio potrà capire il da farsi. Con questo tumore è meglio una convivenza vigile che una guerra in campo aperto.